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Fondo patrimoniale: protezione o trappola?

Proteggere il proprio patrimonio è legittimo, anzi necessario. Ma bisogna farlo con consapevolezza, senza ricorrere a scorciatoie o a soluzioni “fai da te”!

Il fondo patrimoniale è uno strumento prezioso che ha questa finalità: serve a proteggere i beni della famiglia, mettendoli al riparo da eventuali aggressioni dei creditori per debiti che nulla hanno a che vedere con i bisogni familiari.

Può succedere, però, che se utilizzato male o per scopi impropri, il fondo patrimoniale da scudo protettivo può trasformarsi, invece, in un’arma a doppio taglio.

“La prudenza è la più grande delle virtù quando si tratta di conservare i propri beni.” – Publilio Siro

Le caratteristiche del fondo patrimoniale

Il fondo patrimoniale può essere uno strumento legittimo e utile per:

  • garantire una sicurezza economica alla famiglia;
  • separare i beni destinati ai bisogni familiari da quelli personali;
  • pianificare in modo ordinato la gestione del patrimonio.

Al di là di altri aspetti più o meno operativi (ad es., quali beni possono essere conferiti nel fondo patrimoniale? da chi possono essere conferiti?), il punto fondamentale e la vera particolarità del fondo patrimoniale è il fatto che l’esecuzione sui beni conferiti nel fondo non può avere luogo per debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni di famiglia.

Anche se la doppia negazione (“non può” e “per scopi estranei”) può creare qualche confusione, questo significa che se il debito è stato contratto per i bisogni familiari, i beni del fondo possono essere pignorati.

Quindi, è fondamentale individuare la natura delle obbligazioni che sono state assunte. Lo stesso concetto si può esprimere affermando che, con il fondo patrimoniale, i creditori vengono distinti, in base alla natura dei bisogni dai quali originava il rapporto obbligatorio e della condizione soggettiva in cui si trovavano al momento dell’insorgenza dell’obbligo, in:

  • creditori della famiglia, ai quali è riservata la garanzia generica sui beni attributi al fondo;
  • creditori che ignoravano l’estraneità dei debiti ai bisogni familiari che dall’art. 170 cod.civ. sono equiparati ai precedenti;
  • creditori che conoscevano tale estraneità, ai quali è preclusa l’esecuzione sui beni del fondo e sui relativi frutti.

 

Creditore e debitore: chi deve provare cosa?

Concretamente a chi spetta invocare il funzionamento o meno del fondo patrimoniale? Ne ho già parlato in questo articolo, “Fondo patrimoniale efficace contro i debiti professionali e d’impresa“, ma riassumo qui i punti fondamentali.

La prova dei presupposti di impignorabilità, e in particolare (oltre alla regolare costituzione del fondo anche) il fatto che il debito sia stato contratto per scopi estranei alla famiglia spetta al debitore che voglia così invocare la garanzia data dal fondo.
Per contrastare tale posizione, il creditore dovrà dimostrare, nel caso specifico, la pignorabilità dei beni vincolati in fondo patrimoniale (essendo stato contratto il debito per soddisfare i bisogni della famiglia) o, in alternativa, che ignorava l’estraneità dei debiti ai bisogni familiari.

Bisogna inoltre considerare che l’atto con il quale si conferisce nel fondo patrimoniale un determinato bene è un atto a titolo gratuito, – cioè si conferisce il bene senza ricevere niente in cambio -, e quindi soggetto all’azione revocatoria, se sussistono i presupposti previsti dalla legge. In questo caso, addirittura, non è neppure necessario verificare se il credito per cui si agisce deriva da obbligazione contratta nell’interesse della famiglia e se il creditore ne fosse consapevole o meno.
Proprio questi aspetti sono esaminati ed approfonditi in un recente provvedimento della Cassazione, n. 27178 del 10 ottobre 2025.

Qui sta il punto: il fondo patrimoniale deve essere costituito per ragioni reali e trasparenti, non come un escamotage per sfuggire indistintamente a tutti i debiti o “mettere al sicuro tutto” quando le acque si fanno agitate.

Il fondo patrimoniale rappresenta effettivamente un sistema idoneo a garantire la soddisfazione dei bisogni della famiglia, ma non esclude la possibilità per i creditori di aggredire i beni in esso inclusi.
Dunque, non è uno scudo assoluto
e può essere dichiarato inefficace se usato in frode ai creditori.

È uno strumento giuridico utile ma, se utilizzato in modo non appropriato, può diventare dannoso.

Consigli facili o consulenza personalizzata?

Negli ultimi anni proliferano online e offline consulenze improvvisate che promettono soluzioni miracolose: “metti tutto nel fondo patrimoniale e non ti tocca più nessuno”.
Niente di più pericoloso.

Ogni situazione familiare, patrimoniale e professionale è diversa.
Ecco perché la tutela del patrimonio non può essere affidata a modelli “standard” o a moduli trovati sulla rete.

Serve una valutazione attenta, che tenga conto non solo delle norme ma anche degli obiettivi reali della persona o della famiglia.

Così come il fondo patrimoniale, il diritto mette a disposizione anche anche altri strumenti validi per tutelare il proprio patrimonio, ad esempio i vincoli di destinazione o i trust, ognuno con proprio caratteristiche e peculiarità che bisogna però conoscere a fondo per evitare di trasformare una difesa in un boomerang.

Perché la vera protezione nasce dalla conoscenza, non dall’illusione o da consulenze improvvisate.

 

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Puoi richiedere una consulenza preliminare riservata: valuteremo insieme vantaggi, rischi e alternative possibili.

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