Skip to content

Il cliente non paga? Non aspettare troppo: il tempo gioca contro di te.

Il cliente non paga.
Succede più spesso di quanto si ammetta, e non solo nei rapporti tra imprese. Anche professionisti e piccoli fornitori ne subiscono le conseguenze: liquidità bloccata, progetti in sospeso, fiducia incrinata.

Il mancato pagamento, però, non è solo una questione economica: è una violazione contrattuale, e come tale può (e deve) essere gestita con metodo.
Spesso si tende a rimandare, nella speranza che “prima o poi paghi”.
Ma nel recupero crediti la tempestività è tutto e aspettare non è una strategia.

“Better pay the butcher than the doctor.” – Proverbio inglese

Quali conseguenze se il cliente non paga?

All’inizio è solo un ritardo. Poi diventa un silenzio.
E quel silenzio comincia a pesare, più del mancato pagamento. Non è solo una questione di soldi, è una questione di rispetto, di fiducia, di reciprocità.
In diritto si chiama inadempimento contrattuale.

In molti casi, il mancato pagamento da parte di un cliente ha un impatto particolarmente grave sulle imprese, poiché queste dispongono di riserve finanziarie molto limitate, hanno una fragilità strutturale che le rende molto esposte a crisi improvvise o cali della domanda e si basano su flussi di cassa regolari per sostenere l’attività quotidiana.
Così, un cliente che non paga può compromettere seriamente la liquidità dell’impresa, indebolendone la capacità operativa e minacciando la sopravvivenza dell’impresa stessa.

Per essere chiari: ipotizzando che l’azienda abbia un margine netto del 10%, un mancato pagamento di 5.000 euro richiede di generare un fatturato aggiuntivo di 50.000 euro solo per compensare quella perdita.

Se consideriamo, poi, che il livello di redditività medio delle imprese italiane, – pur variando significativamente in base al settore e alla dimensione aziendale -, si attesta generalmente tra il 5% e il 12%, è facile capire che un mancato incasso genera costi molto superiori all’importo nominale non ricevuto.

Inoltre, i mancati pagamenti o, anche solo i ritardi, aumentano il bisogno di capitale di esercizio, riducono la capacità di accesso a finanziamenti esterni e possono portare a licenziamenti o insolvenze. Le statistiche dicono che un’insolvenza su quattro è dovuta a pagamenti in ritardo.

 

Strumenti e strategie in caso di mancato pagamento

Per difendersi le imprese possono adottare vari strumenti e strategie, tra cui:

  • attivare una gestione attiva del credito con monitoraggio puntuale delle fatture e solleciti tempestivi: poche aziende, ad esempio, (conoscono e) monitorano il c.d. Days Sales Outstanding (DSO), un indicatore finanziario che misura il tempo medio in giorni che un’azienda impiega per incassare i pagamenti dai clienti, ovvero il tempo medio tra l’emissione di una fattura e il suo incasso. Un DSO alto suggerisce tempi di incasso lenti e possibili problemi di liquidità, mentre un DSO basso indica una gestione efficiente dei crediti e un miglior flusso di cassa;
  • attivare procedure di recupero crediti, anche se spesso percepite come complesse e costose, possono essere, invece, essenziali;
  • richiedere garanzie contrattuali oppure, semplicemente,
  • attendere e, se del caso, inviare vari solleciti al cliente, con il risultato (frequente) di non ottenere nulla, se non di aver perso ulteriore tempo.

In sintesi, i ritardi nei pagamenti rappresentano una minaccia significativa per la stabilità finanziaria delle microimprese, che devono adottare un approccio proattivo e strutturato per gestire questo rischio e preservare la propria continuità operativa.

Il fattore tempo

Esistono strumenti concreti per reagire, senza perdere la calma (né la ragione), ma la regola è una sola: il tempo è parte del diritto.
Agire presto, e bene, fa la differenza.

Ecco 3 mosse concrete per tutelarti subito:

  1. Metti tutto nero su bianco: raccogli contratto, preventivo, ordini, email, messaggi: tutto ciò che prova l’esistenza del credito e gli accordi economici.
  2. Invia una diffida formale: una lettera dell’avvocato, se ben strutturata e circostanziata, può bastare per ottenere il pagamento o,  almeno, interrompere la prescrizione;
  3. Agisci rapidamente, più passa il tempo, più diminuiscono le possibilità di recuperare davvero ciò che ti spetta.

E attenzione: in alcuni casi il credito può andare prescritto anche in pochi mesi o pochi anni.

Aspettare non è una strategia. Muoversi in modo tempestivo e corretto può fare la differenza tra un credito perso e un credito recuperato.

 

👉 Se vuoi capire qual è la soluzione più efficace per il tuo caso, prima che sia troppo tardi, puoi richiedere una consulenza riservata: valuteremo insieme vantaggi, rischi e alternative possibili.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

Leggi le ultime notizie dal Blog

In questo spazio sempre aggiornato condivido notizie di attualità e approfondimenti utili
per dare una risposta alle vostre domande.

CONTATTAMI

Togliti tutti i dubbi e stai in contatto con me

Invia una email all’indirizzo ma***@***************ri.it o compila il form per richiedere uno dei miei servizi.
Iscriviti alla newsletter per ricevere le ultime novità o altre notizie che potrebbero interessarti.
Potrai cancellare la tua iscrizione in ogni momento inviandomi una mail.