Ads e (amministrazione di) società per azioni – Trib. Bologna, 9.12.2024
Nel caso di partecipazione di una persona fragile, sottoposta ad ads, in una società...
Trovarsi sommersi dai debiti è una situazione che può sembrare senza via d’uscita.
Le pressioni dei creditori, le scadenze che si accumulano e la paura di conseguenze legali possono trasformare ogni giorno in un incubo.
Eppure, esistono strumenti legali che permettono di riprendere il controllo della propria situazione finanziaria, evitando sanzioni più gravi e ripartire, così, ricostruendo un futuro più stabile.
In questo articolo esploreremo le soluzioni previste dalla legge per uscire dal sovraindebitamento in modo legittimo e sostenibile, analizzando quali le possibilità a disposizione dei privati (lasciando il tema delle imprese ad altro approfondimento).
Negli ultimi anni si sono susseguiti diversi periodi di crisi economica che hanno messo in difficoltà imprese e soggetti privati, molti dei quali non sono più riusciti a far fronte ai pagamenti dei propri debiti, come testimoniano ormai da tempo le statistiche secondo cui le situazioni di insolvenza aumentano costantemente a due cifre.
Per far fronte a questo contesto così problematico sono stati introdotti vari meccanismi (“Rottamazione”) per definire in modo agevolato i carichi affidati all’Agenzia delle Riscossioni oltre ad altre misure che consentono ai consumatori in stato di sovraindebitamento (o alle imprese in difficoltà) di cercare una soluzione giudiziale ai loro problemi economici.
Queste procedure rientrano nell’ambito del “Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza” e, in particolare, della disciplina sul sovraindebitamento.
Si tratta, come detto, di strumenti specifici proprio per cercare di uscire da queste situazioni di difficoltà economica che, in molti casi, da soli spesso non si riescono ad affrontare e risolvere.
Il requisito fondamentale per poter accedere alle procedura di cui vi dirò tra poco è quello di essere consumatore, cioè essere una persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta.
L’ulteriore elemento da considerare è quello della natura dei debiti: secondo alcuni Tribunali, infatti, per poter utilizzare una degli strumenti contro il sovraindebitamento è necessario che l’indebitamento risulti interamente composto da obbligazioni “consumeristiche”: in altre parole, quando i debiti siano derivanti anche solo in parte da una precedente attività imprenditoriale, la richiesta di accesso alla procedura sarebbe inammissibile.
Si tratta, però, di un orientamento che si ritiene ora superato dalle nuove norme del Codice della Crisi di Impresa (che ha modificato nel senso di cui sopra la definizione di consumatore), ammettendo l’accesso alla procedura riservata al consumatore anche in caso di indebitamento misto.
Sussistendo questi requisiti, il consumatore potrà farsi assistere da un organismo di composizione della crisi (OCC) per avviare una procedura di composizione della crisi. Una volta esaminata la situazione economica del debitore verrà elaborato un piano che potrà prevedere una ristrutturazione del debito attraverso accordi con i creditori (con la finalità di definire un piano di pagamenti che sia sostenibile, ad esempio mediante la riduzione degli interessi, la dilazione dei debiti o la riduzione complessiva del debito stesso) o la liquidazione del patrimonio del debitore stesso, a parziale pagamento dei propri creditori.
I casi di sovraindebitamento possono essere la conseguenza di situazioni molto differenti tra loro e, quindi, anche per poter scegliere quale strumento utilizzare è necessario valutare prima le condizioni di ogni debitore, anche in un’ottica prospettica.
Gli strumenti e le procedure alle quali è possibile ricorrere sono molteplici:
Nel caso in cui i membri di una stessa famiglia (cioè coniuge, parenti entro il quarto grado e affini entro il secondo, nonché le parti dell’unione civile e i conviventi di fatto) siano conviventi o quando la situazione di sovraindebitamento ha un’origine comune (ad esempio, il mutuo per l’acquisto della casa familiare, il finanziamento per l’acquisto dell’auto), anziché presentare tante domande quanti sono i debitori, è possibile presentare un unico progetto di risoluzione della crisi da sovraindebitamento. Quando uno dei debitori non è un consumatore, al progetto unitario si applicheranno le disposizioni sul concordato minore.
Attraverso le procedure familiari è possibile ottenere un vantaggio in termini di costi e tempi della procedura, oltre che la possibilità di individuare e predisporre un progetto e una soluzione che meglio si adatti alle esigenze di tutti i membri della famiglia.
Dalla teoria alla pratica!
Nel corso degli anni ho assistito diversi clienti aiutandoli ad affrontare e risolvere situazioni di sovraindebitamento.
Ne ho parlato anche nel n. 1-2025 della newsletter.
Il caso di Lucia, impiegata in una ditta ed era proprietaria di alcuni immobili.
Negli anni, aveva contratto alcuni finanziamenti per aiutare l’attività del marito, piccolo impresario edile, consentendo a quest’ultimo di effettuare anche nuovi investimenti, accumulando però debiti per circa 950.000 euro, una vera e propria montagna di debiti.
Tutto funzionava, le rate dei mutui venivano ripagate puntualmente alle scadenze, fino a quando, però, un imprevisto ha di fatto bloccato il sistema e sono cominciate le difficoltà.
Ecco allora l’idea di ricorrere alla procedura contro il sovraindebitamento.
Lucia aveva tutte le caratteristiche per potervi accedere e, quindi, attraverso un Organismo di Composizione della Crisi è stata richiesta la liquidazione del patrimonio della signora ricavando circa 350.000 euro.
Una volta effettuato il pagamento parziale dei creditori, è stata richiesta ed ottenuta l’esdebitazione della signora. Risultato raggiunto!
In un’altra situazione ho assistito marito e moglie in una procedura familiare.
Qui i debiti familiari ammontavano a circa 400.000 euro. È stata richiesta la ristrutturazione dei debiti e proposto ai creditori un importante stralcio, garantendo comunque la regolarità dei pagamenti nel corso di tutta la procedura durata alcuni anni. Con il pagamento di circa il 20% di quanto dovuto, – pagamento che ha richiesto comunque un certo sacrificio -, la famiglia ha potuto finalmente risolvere la propria situazione e ripartire con maggiore serenità!
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