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Recupero crediti, meglio l’uovo sicuro oggi o la gallina domani?

Quando si parla di recupero crediti, spesso, è già tardi.
Di solito, – ma non necessariamente -, quando si ricorre al recupero crediti si è già in una fase patologica del rapporto col cliente, e per questo tale attività per poter essere svolta in modo efficace richiede alcune necessarie considerazioni e valutazioni.
Ogni azienda, infatti, deve costantemente monitorare anche l’attività di credit management, al cui interno si colloca il recupero crediti, per poter garantire e disporre dei necessari flussi di liquidità.

“Non spendere mai il denaro prima di averlo guad… recuperato.”

Recupero crediti e valore temporale del denaro

Tra le diverse valutazioni da fare quando ci si approccia al recupero crediti, – specialmente se si riveste la parte del creditore -, quelle economiche o, più banalmente, numeriche sono le prime che vengono in considerazione.
È più conveniente incassare 1.000 euro tra due anni (opzione A) o 700 euro adesso (opzione B)?

Per poter rispondere alla domanda, richiamando qualche nozione di matematica finanziaria ed attuariale, è necessario considerare, innanzitutto, il valore temporale del denaro, ovvero il fatto che il valore di un euro oggi è diverso, maggiore o minore, del valore di un euro domani.
Torniamo alla domanda iniziale, 1.000 euro tra due anni o 700 euro subito? Due calcoli possono aiutarci a rispondere.
Se incasso 700 euro oggi, posso investirli ed ottenere un rendimento. Supponiamo un tasso di rendimento annuo del 2,5% (per esempio, investendo in un conto deposito o in un fondo). In due anni, i 700 euro crescerebbero a 700×(1+0,025)² = 735,44  euro.
La differenza rispetto ai 1.000 euro tra due anni è di (euro 1.000 – 735,44 =) euro 264,56. Quindi (per ora) opzione A.

Oltre a questo, però, bisogna considerare l’inflazione che, come si sa, riduce il potere d’acquisto del denaro nel corso del tempo, cioè il valore in termini reali, ossia la quantità di beni e servizi che si possono effettivamente comprare. Quindi, ipotizzando un’inflazione del 2% annuo, il valore reale di 1000 euro tra due anni si calcola con la formula dell’attualizzazione:

Valore reale = Valore nominale / (1+i)t

dove i è il tasso di inflazione (espresso in decimali) e t è il numero di anni.
Nell’esempio, quindi, tra due anni 1.000 euro avranno un potere d’acquisto equivalente a 961,17 euro di oggi. Quindi (per ora, ancora) opzione A.
I numeri, dunque, suggeriscono di aspettare.
Quando si tratta di crediti e di recupero crediti, in particolare, ci sono anche altre considerazioni da fare prima di prendere una decisione in un senso o nell’altro.

Le valutazioni al di là dei numeri

Dopo aver visto quali sono i risultati dei calcoli che abbiamo fatto, non ci sarebbe alcun dubbio circa la convenienza di attendere.
Però, nei ragionamenti fatti sopra non si tiene conto di alcuni aspetti non secondari.
Innanzitutto, quali sono le esigenze di liquidità dell’azienda?
Non è difficile capire che se ci fossero necessità economiche urgenti, invece che aspettare, – mettendo magari in crisi, per non dire insolvenza, la regolare attività aziendale -, potrebbe essere più utile accettare l’opzione B, ossia incassare subito i 700 euro.

E il rischio?
Un’ulteriore considerazione riguarda l’affidabilità e solidità del soggetto che deve pagare. Accettando un pagamento di importo minore ma immediato si azzererebbe di fatto questo rischio. Diversamente, se il soggetto non fosse particolarmente affidabile (ndr: e spesso, il fatto che si sia giunti a questo punto induce a pensarla in questo modo!), accettando un pagamento posticipato non c’è alcuna garanzia che venga effettuato regolarmente e nei termini stabiliti. Quindi meglio l’opzione B.

E i costi dell’attività di recupero crediti?
Sono solo alcune delle valutazioni da fare quando si parla di gestione del credito anche perché il tema presenta specificità differenti da azienda ad azienda, è decisamente complesso e non sempre traducibile in numeri.
Per questo, al momento di prendere decisioni sui soldi non dobbiamo sforzarci di essere freddi e razionali (M. Housel, La Psicologia dei Soldi), ma piuttosto cercare di valutare tutti gli aspetti, anche quelli non direttamente misurabili.

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