Newsletter n. 4 – Marzo 2025
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L’esdebitazione del sovraindebitato incapiente è un istituto, originariamente previsto dalla legge 3/2012 e ora disciplinato anche dal Codice della Crisi di Impresa, che consente al debitore persona fisica di ottenere la cancellazione totale dei propri debiti, anche quando non dispone di beni da offrire ai creditori.
Essendo una misura di carattere eccezionale, l’accesso è però subordinato al rispetto di specifiche condizioni.
Approfondiamo la questione.
Secondo l’Osservatorio Inps per il Precariato, nel 2022, in Italia, si sono registrati 377.423 licenziamenti per motivi economici, con un aumento del 40,89% rispetto all’anno precedente.
Di fronte ad un quadro economico così sconfortante ormai da anni, sulla spinta della Raccomandazione della Commissione Europea del 12 marzo 2014 e dell’invito in essa contenuto e rivolto agli Stati membri di applicarne i principi anche ai consumatori, l’art. 283 del Codice della Crisi di Impresa ha introdotto la nuova figura dell’esdebitazione del sovraindebitato incapiente.
Si tratta di uno strumento che ha lo scopo di offrire una “seconda possibilità” anche a quei soggetti che, pur non avendo alcuna risorsa da offrire ai creditori, potrebbero, se liberati dai debiti pregressi, tornare a produrre ricchezza per la collettività.
Non tutti possono accedere a questa procedura, essendo riservata solo alle persone fisiche, consumatori, professionisti, lavoratori autonomi o soci di società di persone, che soddisfino i requisiti per accedere alle procedure di sovraindebitamento e che non possano offrire alcuna utilità, né diretta né indiretta, nemmeno in prospettiva futura, ai propri creditori.
Inoltre, è possibile accedere all’esdebitazione solo per una volta, tuttavia, se entro tre anni dal provvedimento del giudice dovesse ricevere nuove entrate che permettano di pagare almeno in parte i creditori, questi potranno comunque chiedere il pagamento.
Si tratta di vero e proprio beneficio di carattere eccezionale, direttamente collegato alla sussistenza di due condizioni che potremmo definire imprescindibili:
Il Giudice, dopo aver valutato l’esistenza di queste due condizioni, concede l’esdebitazione, con un decreto che dovrà essere comunicato al debitore e ai creditori, i quali potranno eventualmente proporre reclamo entro trenta giorni.
È importante, però, tenere presente che l’obbligo di pagamento dei debiti non scompare del tutto. Infatti, a partire dal decreto di esdebitazione inizia una fase particolare della durata di tre anni: se durante questo periodo di tempo, nel patrimonio del debitore sopravvenissero attività ulteriori tali da consentire l’utile e anche parziale soddisfacimento dei creditori, tale obbligo di pagamento si riattiva.
La valutazione circe le eventuali utilità sopravvenute si misura su base annua, al netto delle spese di produzione del reddito e di quanto occorra al debitore per il mantenimento suo e della sua famiglia, in misura non superiore all’assegno sociale aumentato della metà e moltiplicato per un parametro corrispondente al numero dei componenti il nucleo familiare.
Per poter fare ricorso alla procedura è necessario ricorrere all’assistenza di un Organismo per la Composizione delle Crisi (O.C.C.), che si occuperà di presentare la domanda al giudice competente, allegando documenti attestanti la situazione economica, finanziaria e patrimoniale del soggetto sovraindebitato, l’elenco di tutti i creditori, l’elenco degli atti revocabili compiuti nel quinquennio anteriore, le dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni e l’indicazione di stipendi, pensioni, salari ed entrate in genere dell’intero nucleo familiare.
Inoltre, l’O.C.C. dovrà predisporre anche una relazione particolareggiata circa le cause dell’indebitamento, specificando inoltre se, in presenza di finanziamenti non pagati, il soggetto finanziatore abbia tenuto conto del merito creditizio del debitore, e ciò per valutare se il sovraindebitato sia stato indotto a sopravvalutare le sue capacità di adempimento.
Per quanto riguarda i costi della procedura bisogna tener presente che l’OCC per il proprio intervento ed assistenza richiederà il pagamento di un compenso, seppur ridotto della metà rispetto a quelli normalmente previsti (e i cui importi sono facilmente consultabili sui siti dei vari Organismi), così come l’avvocato che assisterà il debitore, essendo obbligatorio il suo intervento.
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